L'auto verso il futuro. 

30.06.2018

Visone dell'auto nel suo complesso per capire l'attuale situazione e i futuri sviluppi.

Fanno sempre più scalpore le notizie sui test su animali ed umani condotti dalle case automobilistiche tedesche che, insieme a quelle meno recenti del Dieselgate, hanno messo all'angolo il mondo dell'auto. Ormai l'auto viene considerata il male dell'umanità, la principale causa d'inquinamento delle nostre città. La si accusa di produrre emissioni nocive che intasano le nostre città, come fosse l'unica colpevole. Dopo che da più di cent'anni ci porta in tutti i luoghi ed in tempi brevissimi, ora si vede colpita in modo pesante. Ma prima di gridare allo scandalo c'è da fare un attenta valutazione dell'intero fenomeno, che non si riduce solo all'auto in sé.

In pochi sono a conoscenza del piano emissioni 2020, che tutte le case costruttrici che vendono le proprie auto in Europa dovranno rispettare. Questo piano prevede che la media della gamma di auto vendute da un marchio o gruppo non superi i 95 g/km di Co2. Se un costruttore non rispetta questa normativa, ormai prossima, verrà multato in modo davvero pesante. Naturalmente questo piano è ben lontano da essere raggiunto da quasi tutti i costruttori. Per far fronte a questa sciagura i costruttori tedeschi si sono uniti (in un cartello, portato alla luce da un quotidiano tedesco), per poter posticipare la data, visto che nell'attuale situazione verrebbero sanzionati pesantemente. Inoltre dal 2025 questa soglia di 95 g/Km di Co2 verrà ulteriormente ridotta a 75 g/Km di Co2. Ma facciamo un passo indietro (necessario), in Europa le auto a gasolio sono la maggior parte. Dagli anni '80, grazie ad ingenti investimenti, hanno portato questo tipo di motore ad essere efficiente come uno a benzina, grazie all'adozione del turbo e del common rail. I progressi sono stati notevoli sia per prestazioni che per consumi, ad oggi il motore diesel è quello che consuma meno. Tutti i costruttori europei hanno spinto in questa direzione, ma non hanno tenuto conto dell'unico lato negativo del motore a gasolio le emissioni nocive. Ultimamente per contrastare questo difetto si è ricorso ai filtri, ma anche questa soluzione si è rivelata un arma a doppio taglio, visto che per spurgare i filtri bisogna viaggiare in autostrada a 130 Km/h per un po' di tempo (bruciando ad elevate temperature i gas di scarico). Ormai il Diesel è giunto al suo massimo sviluppo, risulta quindi un motore non più adatto alla trazione delle auto, nell'ambito cittadino. Ma resta l'unica soluzione per chi è costretto a percorrere moltissimi Km per lavoro. Nel resto del mondo le auto a gasolio sono una minima parte, negli Usa non ci sono auto a gasolio se non i grossi pick-up (che da quelle parti vengono usati anche per lavori pesanti), qualche suv e alcune auto europee. La Volkswagen prima del Dieselgate cercava d'introdurre nel mercato statunitense questa motorizzazione, al fine di convincere i clienti della validità del Diesel. Il gruppo Volkswagen prima del Dieselgate cercava in ogni modo di diventare il primo gruppo al mondo nella produzione di auto, per far questo doveva necessariamente espandersi negli Stati Uniti. Per riuscire nell'impresa dovevano puntare sul motore su cui avevano investito enormi capitali, ovvero il Diesel. Tant'è che fino a pochi anni fa l'Audi correva e vinceva la 24 ore di Le Mans con vetture spinte dal motore a gasolio, sdoganando il tabù dell'auto Diesel lenta e fiacca. Purtroppo questo sogno si è trasformato in incubo, quando venne alla luce il Dieselgate. Le auto vendute negli Usa erano dotate di un sensore che percepiva quando l'auto era sotto ispezione, riducendo al minimo le emissioni. Anche in Europa questa pratica era diffusa, data anche dal fatto che le regole sul test automobilistici sono solo una formalità, non venivano svolte in modo realistico.

Questi test non venivano condotti dalle case stesse, ma stabiliti da una normativa europea. L'auto veniva posta su dei rulli (una sorta di tapis roulant per auto) a una velocità costante per molto tempo. Una situazione che nella vita di tutti i giorni si verifica sporadicamente (solo in autostrada, a motore già caldo e a velocità costante). I risultati ottenuti non sono quindi veritieri per nessuna auto, ne per quanto riguarda le emissioni ne per i consumi. Ottenuti questi dati, le case costruttrici, li utilizzano per le loro campagne pubblicitarie (per sollecitare i clienti che la vettura prodotta consuma davvero poco e inquina ancora meno). Tutto ciò sta finalmente finendo con lo scandalo del Dieselgate, grazie ad una revisione delle norme. Ora i test vengo effettuati in strada (vedi foto 2, in alto), con valori che si allineano a quelli reali. Anche in Giappone le auto a gasolio sono una rarità. Per contrastare l'inquinamento vent'anni fa la Toyota propose l'auto ibrida, scelta davvero azzeccata, ma derisa da tutti. Questa soluzione è una delle più valide al momento per abbattere l'inquinamento atmosferico, ma anche questa tecnologia ha i suoi punti deboli. E' vero in città nella modalità elettrica l'auto non consuma, ma il peso che si deve portare dietro è maggiore rispetto a una vettura tradizionale. Un altro difetto sono gli accumulatori, la loro produzione, e il successivo smaltimento non sono certo ecologici. Le batterie vengono prodotte con materiali di difficile reperibilità. Il prezzo del litio con cui vengono prodotte è in costante crescita, come il petrolio è una risorsa limitata. Si stanno studiando altri materiali più accessibili per produrre batterie. Lo stesso problema affligge le auto elettriche, soluzione valida ma solo ad un approccio superficiale. Infatti le auto elettriche sono davvero a emissioni zero? Falsissimo! Questa tecnologia così avvenieristica non è nuova!!! Agli albori della nascita dell'auto c'erano già vetture elettriche, e dopo 100 anni non abbiamo risolto il problema!!! L'auto elettrica è fallita già una volta, soppiantata dall'affidabilità del motore a combustione! Ma torniamo a noi perché l'auto elettrica non è la soluzione? Primo, come già detto la produzione di batterie e il loro futuro smaltimento non sono ecologici. Secondo con cosa produciamo la corrente? In Italia importiamo la corrente che usiamo dalle centrali nucleari francesi e svizzere. Altre ne viene prodotta con le centrali idroelettriche, ma se manca l'acqua, come ultimamente in estate, le centrali non funzionano. I pannelli solari sono rari e non sufficienti a produrre abbastanza energia (se gli installassimo su ogni tetto, potremmo incrementare la produzione di energia verde). Altre fonti come biomasse e geotermico non sono sviluppate come dovrebbero essere. Se invece utilizzassimo il carbone per produrre corrente, converrebbe ancora il veicolo a gasolio, finora incriminato. Supponendo di avere energia prodotta solo da fonti green, saremmo sicuri che ci sia abbastanza energia per tutti? L'autonomia delle auto elettriche non permette di fare lunghi viaggi (al massimo 400 Km, con un utilizzo parsimonioso), prima però bisogna essere certi di trovare una colonnina libera, perché per fare altri 400 Km servono 8 ore necessarie per la ricarica!!! 

Infine il prezzo che se non supportato da incentivi statali come nei paesi nordici, per un utilitaria di medie dimensioni si devono sborsare 30.000€! Con l'auto elettrica si delocalizza il problema senza risolverlo! Lo stesso discorso per l'auto a Idrogeno, con cosa lo produciamo? Lo ricaviamo dalla poca acqua che abbiamo? Lo si potrebbe ricavare dal metano, ma anche questo procedimento non è immediato, e ha bisogno d'energia! Un paradosso, trasformare un energia di partenza in un altra fonte d'energia!!! Il metano è l'idrocarburo più pulito, perché non utilizzarlo direttamente? Quale soluzione adottare sarà il dibattito del futuro, ma non ci sono molte alternative. Ma torniamo alla questione iniziale, siamo sicuri che sia l'auto il nemico numero uno? Facile accusare il primo sospetto di un' omicidio, la realtà è molto diversa.

L'inquinamento ambientale è come un secchio buco pieno d'acqua, a rigor di logica bisognerebbe tappare il buco più in basso, ma nella realtà viene tappato per primo il buco in alto (le auto). Non ci avete mai fatto caso che i blocchi del traffico non si sono mai fatti a luglio? Come mai visto che le auto sono di più? Visto l'incremento delle auto, dovuto alla presenza di turisti stranieri e italaini che passano le vacanze nelle nostre località? Semplice in estate non c'è il riscaldamento!!! Tutti in inverno appena hanno freddo accendono i caloriferi, stufe e chi ne ha più ne metta!!! 25c° quando fuori c'è ne sono forse 7c°, in ogni luogo case private, negozi con commesse in t-shirt a dicembre, centri commerciali caldi e accoglienti per acquistare i regali di Natale. Ma con cosa si fa il riscaldamento? Facile a Brescia c'è il teleriscaldamento, così dalla nostra casa non viene fuori il fumo ;) . Ma il calore ci arriva tramite tubi sotterranei, che collegano il simpatico inceneritore un grattacielo che fa nuvole (da piccolo pensavo fosse così). Poi ho capito bruciamo rifiuti anche non nostri per crogiolarci al calorifero :). Ma in altri paesi della provincia si brucia il gasolio, magari con la stufa di 30 anni fa, perché va ancora bene e cambiarla costa. Non sai che noia chiama l'addetto, fallo venire a casa è troppo fastidioso. Ma se si rompesse c'è la stufa a pellet che bella fa il fuoco come un camino, romantico :). Ma il pellet cos'è se non altro che legno compresso? Non entro nello specifico con una lezione di chimica anche se mi piacerebbe molto! Dal legno combusto si produce Co2 e non solo. Il pellet mica lo produciamo noi, ci arriva dal Canada (o da altri paesi), dietro l'angolo. Già prima di arrivare alla nostra stufa nuova ha già emesso Co2. 

Altre fonti d'inquinamento spesso sottovalutati e mai citati sono: luminoso, di notte luci a palla in zone assolutamente vuote. La luce mica si fa da sola! Lo smaltimento di rifiuti (il già citato inceneritore), traffico aereo (perché anche gli aerei consumano carburante, maggiormente guarda caso alla partenza e all'arrivo) e dove sono collocati gli aeroporti? Nelle città.  L'inquinamento prodotto dall'intero comparto dei trasporti (che comprende quelli terrestri, marittimi e aerei) si aggira al 23% (fonte Repubblica.it). Altre forme d'inquinamento sono le industrie che producono ogni genere di prodotto, l'agricoltura, la lista potrebbe allungarsi. Quindi forse è meglio chiedersi cosa facciamo per ridurre davvero l'inquinamento? Ben poco, ci limitiamo a fermare le auto più inquinanti. Ma facciamo un esempio convinti che la nostra auto sia una ciminiera:

Va bene cambiamo l'auto perché inquina molto e ci intossica, facciamo questa supposizione: Ho un po di soldi da parte (non è vero!) e cambio auto. Avevo letto da qualche parte che un auto euro 0 inquina quanto 24 auto nuove. Sarà così? Quanto inquiniamo per produrre le 24 auto? Questo collegamento è una deviazione momentanea della nostra supposizione. L'auto d'epoca è vero inquina di più di una moderna, ma con l'auto d'epoca non la si dovrebbe usare quotidianamente (anche se ritengo che con l'auto d'epoca la si possa usare con regolarità a patto di essere consapevoli, non la userei certo per fare tutti i giorni Milano-Napoli, ma perché no 20 Km al giorno si). Inquinano così tanto le auto vecchie? Restaurarle e montare dove possibile un impianto a gpl o metano non sarebbe meglio? (naturalmente per chi fa poca strada?). Torniamo alla nostra auto nuova; in offerta c'è la Hyundai Kona (potrebbe essere qualsiasi altra auto è solo un esempio estremo, non ho nulla contro la Hyundai) un suv abbastanza diverso dagli altri e abbordabile, ormai se non hai un suv sei spacciato, la moda è dura da combattere (sono contrario ai suv, visto che non vanno in fuoristrada e sono più ingombranti di una macchina convenzionale, ma questa è un altra storia, che in qualche modo però ci tocca).

Quanto si inquinerà a produrla da zero? Le componenti sono innumerevoli e di diversi materiali, non tutti provenienti da materie prime riciclate. Il trasporto per arrivare dal nostro concessionario? La producono in Corea e quindi per un paio di mesi fa una crociera in un container, fino a Genova e da li su una bisarca a Brescia. Quanto avrà inquinato prima ancora di partire? Nel frattempo a malincuore ho rottamato la mia cara auto, da essa per fortuna vengono tolte le parti ancora utilizzabili. Dopo mesi è arrivata evviva! Parto con il mio nuovo mezzo che emetterà meno sostanze inquinanti della mia vecchia auto, ma ne siamo proprio sicuri? Siccome sono un tipo pignolo vado ad una pesa da camion, e noto che il mio suv che non va in fuoristrada perché è troppo basso, pesa 1233 kg! (dati Al Volante, febbraio 2018). Per caso passa vicino alla pesa anche una Hyundai I 20 (potrebbe essere anche un altra auto) e convinco il conducente a pesarla con stupore noto che pesa 980 Kg!!! (dati Al Volante, febbraio 2018). Ben 253 Kg da portarsi appresso inutilmente!!! Come se sulla I 20 ci fai salire dietro tre giocatori di rugby ogni volta che usi l'auto! Si va be ma nella Kona ci sta anche il mobile dell'Ikea smontato, il vano di carico è di 1143 l (dati Al Volante, febbraio 2018) con i sedili abbassati, ma sulla I20 il vano con i sedili abbassati è di 1042 l (dati Al Volante), una differenza di 101 l. Dopo tutte queste considerazioni che ci fanno capire l'assurdo a cui è arrivato il mondo dell'auto, spero si giunga alla conclusione. Era necessario rottamare la mia vettura? Non era un granché di auto, ma ultimamente con la scusa dell'auto inquinante stiamo perdendo un patrimonio di auto d'epoca!!! E' vero molte sono banali utilitarie, ma ditemi quante Tempra vedete in giro? Negli anni '90 era un'auto abbastanza diffusa. Tutte rottamate! Non era certo una Alfa 75, ma nemmeno una Duna (senza nulla togliere alla Duna)! Poche ormai sono rimaste e non torneranno più. Vogliamo anche distruggere le auto di 20 anni fa in nome di un ambientalismo di facciata? Un altro aspetto molto sottovalutato da tutti è l'utilizzo smodato e inconsapevole delle auto. Anche un auto ecologica se non guidata correttamente, porta ad inquinare di più . Comportamenti dati dalla nostra società che si spinge alla frenesia, alla fretta, alla velocità. Nelle scuola guida nessuno ci insegna veramente come guidare, ma solo a condurre il mezzo dando tutto per scontato. E' del tutto privo di senso accelerare in prossimità del semaforo se già rosso! Si spreca solo il prezioso liquido, non solo si consumano pastiglie e freni!!! Oppure viaggiare oltre i limiti per guadagnare mezzo secondo, per non arrivare in ritardo basta partire prima. Molti sono gli accorgimenti che limiterebbero uno spreco di carburante e quindi di emissioni: Togliere dall'auto ciò che non serve (meno pesa l'auto, meno si consuma), gonfiare le gomme una volta al mese, verificare lo stato d'usura degli pneumatici, evitare accelerazioni e frenate inutili, esiste anche la folle (nelle auto con cambio manuale), questa ci permette di viaggiare d'inerzia quando possibile. Per abbattere le emissioni allora servirebbe la bicicletta. Ok andiamo tutti in bicicletta, quella non inquina! Ma va inquina anche quella perché il motore sei tu. Dopo un estenuante sudata torni a casa affamato, quindi doccia bollente per trenta minuti, e un pasto abbondante (magari con cibi non a Km0). Ma sono felice perché ho dato un contributo all'ambiente, sono andato in bicicletta. Non era forse meglio utilizzare l'auto, e concedersi un pasto adeguato, non eccessivo? Questa è un esagerazione del problema naturalmente anche l'auto ha le sue colpe, questo non lo nego. Questo però ci far notare che qualunque azione facciamo inquina ne più ne meno, dobbiamo renderci conto di quello che facciamo. Non di seguire mode senza usare la testa! Dobbiamo renderci conto che ogni nostra azione ha una conseguenza, se lascio accesa una luce in una stanza dove non c'è nessuno che senso ha, oltre a pagare di più la bolletta e sprecare energia? Così in tutte le cose che facciamo.  La mobilità è un problema certo, che non si risolve sostituendo auto o facendo i blocchi del traffico per qualche mese. Purtroppo anche la conformazione della nostra pianura padana non aiuta a risolvere il problema. Un unica soluzione valida per l'inquinamento se non quella di stare attenti a quello che facciamo, nel nostro piccolo.


Fabio Richiedei.


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