Nascita della Mille Miglia 

22.04.2019

Come è nata la Mille Miglia? Perché si chiama così? Cosa ha spinto l'uomo a creare una gara così impegnativa? Queste e molte altre risposte le avrete leggendo questo mio breve articolo. 

Come ogni anno a maggio si rinnova l'appuntamento con la gara più bella al mondo (come citò Enzo Ferrari). Ma come ha avuto origine, e come si è sviluppata questa corsa tra il paesaggio italiano? In questo articolo affronto le prime fasi che portarono alla sua costituzione. 

Prima di raccontare l'origine della Mille Miglia bisogna necessariamente fare una premessa necessaria per capire l'origine di una corsa così ardua.

La città di Brescia già dalla fine del 1800 aveva un legame particolare con lo sport motoristico, infatti Il 14 marzo 1899 venne attraversata da una gara automobilistica: la Verona - Brescia - Cremona - Mantova - Verona. Questa competizione fu vinta da Ettore Bugatti. Il 10 settembre dello stesso anno prese il via un'altra gara automobilistica, la Corsa di Brescia, che si disputò tra i comuni di Brescia, Cremona, Mantova e Verona con ritorno a Brescia, per un totale di 223 Km. Il vincitore fu Conti di Firenze su Mors (casa automobilistica francese in attività tra il 1895 e il 1925). L'anno seguente venne organizzata un' altra corsa sul percorso Brescia, Cremona, Mantova, Verona, Brescia e arrivò primo Frachetti su Panhard. Dopo quattro anni di stop a causa di un incidente occorso nella gara del 1900 dove ci furono vittime anche tra il pubblico, le gare automobilistiche si spostarono in un provvisorio autodromo. Nel 1904 venne organizzata la settimana motoristica bresciana, questa prevedeva un esposizione di mezzi meccanici, automobili, motocicli, novità artigianali e industriali presso il castello di Brescia. L'evento clou della manifestazione, però, era la gara automobilistica nota come "circuito di Brescia". Tale circuito era situato nella pianura bresciana nella zona di Montichiari e si estendeva tracciando un triangolo isoscele verso Ghedi (Bs), Cremona e Mantova. La gara si tenne tra il 3 e il 4 settembre e prevedeva due giri per un totale di 370 Km. Il vincitore fu Vincenzo Lancia su Fiat alla media di 115 Km/h, con un tempo di 3 ore 12 minuti e 56 secondi. Giunsero poi Teste su Panhard e terzo Vincenzo Florio su Daimler-Benz. Il pubblico era numeroso e festante. La settimana motoristica bresciana venne riproposta anche l'anno successivo, stavolta la gara automobilistica si disputò tra Brescia - Cremona - Mantova - Brescia per un totale di 167 Km da ripetere tre volte, per un totale di quasi 500 Km. In questa edizione venne assegnata per la prima volta la "Coppa Florio", ideata dal siciliano Vincenzo Florio. Questa coppa venne disputata a Brescia fino al 1907, e successivamente nell'edizione del 1921. (La coppa Florio, venne disputata in altri circuiti, come quello di Bologna nel 1908 per poi approdare in Sicilia nel 1914 e poi dal 1922 al 26. Lo stesso Vincenzo Florio nel 1906 organizzò la prima Targa Florio nella splendida Sicilia. Solo nel 1927 la coppa Florio lasciò l'Italia per corrersi a Saint-Brieuc in Francia. Si corse ancora tra il 1928 e il 1929 anno in cui terminò tale coppa. La particolarità di questo premio era che veniva assegnato alla marca di auto che avrebbe vinto più volte la coppa Florio nell'arco di 7 edizioni. Nel 1925 riuscì a trionfare la Peugeot, rilanciando poi la competizione che vide vincitrice la Bugatti per tre volte su quattro). Nel 1907 la gara si tenne sul circuito di Brescia che si snodava tra Brescia, Castiglione (Mn), Lonato (Bs), Brescia. Il tracciato venne ripetuto per otto giri, per un totale di 486 Km. Vinse Minoia su Isotta Fraschini. L'8 settembre 1909 si corse anche il primo circuito aviatorio di Brescia. Gli aerei in gara dovevano sorvolare Brescia, Mantova, Calvisano (Bs), Ghedi (Bs) e Montichiari (Bs) per un totale di 10 Km. Una folla numerosissima assistette allo show degli aeroplani, che per la prima volta solcavano i cieli bresciani per una competizione. Vinse l'americano Glenn Curtis, percorrendo 50 Km ad un altezza di 115 m in 43 minuti e 24 secondi. 

                                                       Ecco una locandina dell'epoca 

Subito dopo la prima guerra mondiale si decise di realizzare un circuito permanente per le vetture da corsa. Come tracciato si utilizzò quello di una delle precedenti manifestazioni sportive, nella pianura bresciana. Ne risultò così un circuito dalla forma di triangolo isoscele, con un vertice nella Fascia d'oro, uno sito in Montichiari e uno in direzione Ghedi (Bs). In corrispondenza di quest'ultimo vertice venne realizzata una curva parabolica. L'intero circuito misurava 18 Km, e lungo il rettilineo di partenza vennero costruite tribune per il pubblico e aree riservate ai vip dell'epoca. Vennero realizzati i box per le vetture, non mancavano inoltre aree di relax e spazi dov'era possibile mangiare. 

Ecco un immagine dall'alto del tracciato utilizzato per il primo Gran premio d'Italia del 1921.

Il 4 settembre 1921 si tenne la prima e purtroppo ultima edizione bresciana del Gran premio d'Italia. Il pubblico di 150.000 persone, tra queste c'erano il presidente del consiglio Ivanoe Bonomi e il re d'Italia Vittorio Emanuele III. Le vetture partecipanti erano solo 6 nella massima categoria, a causa delle difficoltà economica del periodo. Al via erano presenti tre rosse Fiat e tre blu Ballot, la pole position andò a Pietro Bordino su Fiat, mentre la gara fu vinta dal francese Jules Goux su Ballot (casa automobilistica francese attiva tra il 1905 e il 1933). Secondo arrivò il francese Jean Chasagne su Ballot, e terzo giunse un altro francese Louis Wagner su Fiat. Il giro veloce andò a Bordino su Fiat, che percorse il circuito ad una media di 150 Km/h.

Nella categoria auto (vetturette) fino a 1.5 L si classificarono quattro Bugatti Type 13 nella prime quattro posizioni. Primo arrivò il pilota E. Frederich, tale successo spinse Ettore Bugatti a denominare la Type 13 come Type 13 Brescia in onore alla città che ospitò l'evento così fortunato. 

Il 10 settembre 1922 il gran premio d'Italia si svolse sul nuovissimo circuito di Monza, realizzato in tempo di record. Venne costruito all'interno del parco della villa reale di Monza in soli 110 giorni. Questo tracciato utilizzò tecniche e soluzioni già adottati per costruire quello di Montichiari (Bs), come la curva parabolica. La decisione di trasferire il gran premio si deve al automobile club di Milano (nella persona del direttore Arturo Mercanti e organizzatore del gran premio d'Italia del 1921), il quale gestiva anche la parte di Brescia come una sezione distaccata. Tale decisione spinse alla creazione dell'automobile club di Brescia con a capo Franco Mazzotti Biancinelli, con vicepresidenti il conte Aymo Maggi e Oreste Bertoli. Altri esponenti di spicco sia politici, sia importanti personaggi dell'ambiente bresciano si aggiunsero al neonato club. Si pensò a come "vendicarsi" al torto subito dai milanesi. Una gara dello stesso tipo sarebbe passata inosservata, una gara di durata su circuito stavano già per nascere (Le Mans 1923). Doveva essere una gara che avrebbe dato notizia a livello nazionale e non solo, che mostrasse il progresso tecnologico delle vetture partecipanti e che potesse essere d'interesse per i più importanti piloti dell'epoca. Facevano parte dell'automobile club di Brescia anche il veronese Renzo Castagneto (che aveva una competenza sportive, ciclista e motocilista con competenza organizzative). A questi si unì Giovanni Canestrini giornalista della "Gazzetta dello sport". Il tempo passò e la sera del 2 dicembre 1926, si presentarono a casa di Giovanni Canestrini a Milano Aymo Maggi, Franco Mazzotti, Renzo Castagneto e il barone Monti (vice-segretario del club bresciano). Questi amici discussero a lungo per stabilire il nuovo evento che si doveva tenere a Brescia. Nacque così l'idea di una gara di velocità tra Brescia e Roma. Però l'attenzione all'arrivo sarebbe rimasta a Roma, si pensò quindi a una Brescia-Roma-Brescia. Il nome di questa competizione non si riuscì a trovare se non da un intuizione di Mazzotti, questo era appena rientrato dagli Stati Uniti e aveva ormai dimestichezza con le conversioni tra Chilometri e Miglia. Il percorso della nuova corsa era di circa 1.600 Km ossia Mille Miglia, così la nuova gara venne denominata coppa delle Mille Miglia.

                 Prima locandina della Coppa delle Mille Miglia (1927).

Si decise subito di dare il via alla nuova gara, che venne organizzata in ogni dettaglio. Alle 8 di mattina del 26 marzo 1927 Aymo Maggi e Bindo Maserati su Isotta Fraschini diedero il via alla prima Mille Miglia. Quella che sembrava un idea folle travolse anche gli stessi organizzatori! Dopo nemmeno un giorno le vetture erano già tornate a Brescia, sul traguardo di Viale Venezia giunsero due minuti prima delle sei del mattino i vincitori Minoja e Morandi su Om 665 S spyder. Con un tempo che ha dell'incredibile, il tragitto tre Brescia-Roma-Brescia fu coperto in 21 ore 4 minuti e 48 secondi, ad una media di 77,2 Km/h. (a tale risultato, bisogna far notare, che le vetture erano ancora agli albori e la loro affidabilità era messa a dura prova, soprattutto per quanto riguardava gli pneumatici. Attraversavano l'Italia su strade in terra battuta, ed erano del tutto assenti autostrade o strade a scorrimento veloce. I rifornimenti avvenivano in appositi punti segnalati dell'organizzazione).

L'assenza delle televisioni, di una comunicazione radio ancora agli albori, la notizia si sparse prima per passaparola e poi con i giornali che celebravano l'evento come qualcosa di miracoloso. Il podio fu completato da altre due Om, che celebravano un risultato tutto bresciano (in quanto le Om venivano costruite a Brescia). L'entusiasmo coinvolse tutti stampa compresa, che celebrava l'automobile come il mezzo del futuro che annullava lo spazio e il tempo. Tale competizione mobilitò tutti i giornali nazionali, tra i numerosi articoli apparsi anche la poetessa Ada Negri compose una poesia dedicata all'automobile. «Fra i piaceri moderni non ve n'è uno che sorpassi o uguagli quello di un viaggio in automobile. Nel veicolo nostro, obbediente a noi soltanto, che ci conduce soltanto dove il nostro capriccio vuole, il bisogno di libertà che è in noi diviene certezza di libertà, senso di plenitudine, d'evasione, di possesso dello spazio e del tempo, che trascende il limite umano».

La Mille Miglia era nata, e si svolse dal 1927 al 1940 e dal 1947 al 1957. La competizione si evolse con il progredire sia delle vetture, sia delle strade. Enzo Ferrari la definì la corsa più bella al mondo per la sua difficoltà e bellezza del tracciato. Sicuramente una gara unica al mondo, corsa dai più grandi piloti del mondo sulle vetture più performanti dell'epoca. Va ricordato però che la gara era suddivisa in categorie, potevano partecipare bolidi super veloci come Alfa Romeo, Ferrari, Mercedes, Porsche, Maserati, ecc. Ma anche vetture ben più umili come le Fiat 1100 o le Iso Isetta (Bmw Isetta). Tutti potevano parteciparvi anche solo per completare il tracciato, o vincere la propria categoria. La gara divenne sempre più veloce e pericolosa fino al tragico epilogo del 1957 dove la Ferrari 335 s guidata dal pilota Alfonso de Portago e dal copilota Edmund G. Nelson perse il controllo e finì tra il pubblico a bordo strada, nei pressi della località Cavriana (Guidizzolo, Mantova). Dal 1982 la freccia rossa rinacque come manifestazione di regolarità come oggi la conosciamo, un museo viaggiante tra i paesaggi più belli d'Italia.  

Un' altra gara importante che si tenne nel bresciano fu il circuito del Garda. Una competizione automobilistica di velocità che venne organizzata per la prima volta nel 1921 e riuniva sia piloti, sia vetture competitive in uno scenario unico. Fu scelto il lago di Garda per i suoi posti unici in modo da favorire anche il turismo. Questa manifestazione si disputò fino al 1966, ma non in modo continuativo. Si gareggiò tra il 1921 e il 1927, riprese poi tra il 1948 e il 1950. Poi dal 1961 al 1966.

Fabio Richiedei.


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