Le prime gare automobilistiche.

11.01.2019

Con la nascita dei primi veicoli a propulsione meccanica (quindi senza trazione animale), nacquero quasi in contemporanea gare per testare quale fosse la vettura migliore. Queste competizioni erano una notevole pubblicità per le vetture che riuscivano a trionfare. I piloti erano pionieri della strada, pari a quelli che su un velivolo cercavano di stabilire un nuovo record di quota o di distanza. Il mezzo primitivo doveva essere addestrato come una belva selvatica per esprimere la massima performance. Ogni componente della vettura doveva ancora essere testato e quindi non si aveva la certezza che potesse andar bene. Ad ogni competizione le vetture presentavano soluzioni diverse per risolvere problemi progettuali, o miglioramenti tecnici che permettevano una migliore guida. Anche la situazione delle strade era pessima, tutte erano in terra battuta. La prima gara si tenne il 16 luglio 1878 negli Stati Uniti. La Green bay - Madison nello stato del Wisconsin, si snodava per un percorso di 200 miglia (322 Km). A questa competizione parteciparono solo due vetture a vapore. La sfida fu vinta da Frank. A. Shomer e Hans M. su Oshkosh ad una media di 10 Km/h. Poco dopo anche in Europa si diffusero gare per veicoli a propulsione meccanica, la prima manifestazione si tenne in Francia il 28 aprile 1887. Il percorso si snodava tra il ponte di Neuilly (a Parigi) e Versailles, andata e ritorno per un totale di 32 Km. Questa non fu una vera competizione, poiché partecipò solo una vettura (un quadriciclo De Dion Buton, condotto da Albert De Dion). Il veicolo coprì tale distanza con una media di 26 Km/h. La prima vera gara in Europa si disputò il 10 maggio 1891 a Longchamp (in Francia), su un tracciato di 20 Km. Vi parteciparono tre tricicli a vapore, costruiti dalla De Dion Buton & Trépardoux. Vinse il meccanico Merelle che percorse il tragitto con una media di 29 Km/h. In questo periodo pionieristico le vetture potevano avere diversi tipi di motore, a vapore, a scoppio o elettrico. In Francia queste competizioni erano molto seguite, sia dal pubblico, che dalla stampa. Tra il 1894 e il 1895 due grossi eventi attirarono l'attenzione del pubblico, il primo fu la Parigi-Rouen del 22 luglio 1894. A questa competizione parteciparono 25 vetture con diversi tipi di motore, ma solo 21 riuscirono a qualificarsi. Si disputarono le prime qualifiche della storia automobilistica da giovedì 19 a sabato 21 luglio, che consistevano nel percorrere 50 Km in meno di 4 ore queste furono necessarie per scremare le vetture adatte alla gara della Domenica. La Domenica partì la prima vera competizione automobilistica Europea, con un percorso di 126 Km. Il vincitore fu De Dion-Buton Albert su De Dion-Buton 20 hp (a vapore), che coprì l'intero percorso di gara in 6 ore e 48 minuti alla media di 18 Km/h. Secondo arrivò Lemaitre Albert su Peugeot 3 hp (a petrolio) staccato di 3' 30", terzo Doriot Auguste sempre su Peugeot 3 hp (a petrolio) staccato di 16' 30". Nonostante questa classifica i premi furono assegnati seguendo scrupolosamente il regolamento precedentemente stilato. Le vetture partecipanti dovevano essere maneggevoli, costare il meno possibile nell'impegno su strada e non essere pericolose. Dopo un lungo dibattito il primo premio di 10.000 franchi d'oro fu diviso tra la Panhard & Levassor di Ivry e la Peugeot di Valentigny. Il secondo premio di 2.000 franchi d'oro andò a De Dion-Buton & Cie (per l'interssante trattore a vapore). Il terzo premio di 1.000 franchi d'oro venne assegnato a pari merito a Vacheron di Phades e a Le Burn di Rouen, per i loro veicoli con motore Daimler


                         Un giornale dell'epoca, sulla gara Parigi-Rouen del 1894.

                   Ecco un concorrente della Parigi-Rouen, sulla Peugeot 3 hp n°30.

Tra martedì 11 giugno e sabato 15 giugno 1895 si corse la Parigi-Bordeaux-Parigi, considerata la prima vera gara su distanza per veicoli a trazione non animale. Il percorso di 1178 Km fu coperto in 48 ore e 48 minuti ad una media di 24 Km/h. Anche in questo caso il primo arrivato non fu considerato il vincitore, scatenando non poche polemiche e contrasti. Infatti dopo due giorni di corsa Emile Levassor su Panhard & Levassor (a petrolio) arrivò nella capitale francese in testa, ma gli venne contestato da regolamento il fatto che la sua vettura non era a quattro posti bensì due! Stessa sorte toccò al secondo classificato Louis Rigoulot su Peugeot (a petrolio) che completò la gara in 54 ore e 35 min. Vinse così il terzo classificato Paul Koechlin su Peugeot arrivato a Parigi dopo 59 ore e 48 minuti. Al vincitore spettò un premio di 30.000 franchi che andò alla Peugeot n°16 guidata da Paul Korchlin, 12.000 franchi alla Panhard & Levassor n°5 di Levassor Emile, 6.000 franchi alla Peugeot n°15 di Rigoulot Louis . Dopo questa gara venne istituito che il primo arrivato fosse il vincitore.

Ecco una vettura concorrete della Parigi-Bordeaux-Parigi del 1895. Qui in figura una Peugeot 4 hp dotata di pnumatici Michelin.

Altre gare si seguirono in quegli anni, non solo in Francia, ma in tutto il mondo. Ben presto ci si rese conto che questo giocattolo per ricchi avrebbe potuto davvero avere un utilità, e cambiare in modo repentino il mondo dei trasporti. Molti però erano scettici su questa nuova invenzione, un mezzo "magico" da molti ritenuto uno strumento demoniaco che non avrebbe avuto vita lunga. 

La prima competizione in Italia si svolse nel maggio 1895 a Torino, in occasione dell'esposizione del ciclo. Un comitato di cittadini organizzò la sfida, la corsa si svolse tra Torino e Asti e ritorno per un percorso di 93 Km. Alla gara parteciparono solo cinque veicoli tre vetture a petrolio (di cui due "bicicletti" a motore. Il bicicletto è l'antenato della moto una bicicletta a motore) e due a vapore, solo tre arrivarono al traguardo. Vinse il Sig. Federmann Simone su Daimler Omibus a vapore in sei ore, per una velocità media di 15,5 Km/h. Secondo arrivò il Sig. Ceirano Giovanni Battista, su un "bicicletto" a petrolio. Si classificò terzo il Sig. Wolfmuller Alois su un altro "bicicletto" a petrolio. La popolarità delle competizioni crebbe, in tutto il mondo. In breve tempo le vetture si perfezionarono, portando affidabilità e prestazioni sempre migliori. Questo ricadde anche sulle nuove vetture prodotte. Molte competizioni si svolgevano regolarmente in Francia, i titoli dei quotidiani riportavano spesso le imprese dei piloti e delle vetture.

Sul "Le Martin" del marzo 1907 apparve un articolo che suscitò un clamore generale, non solo in Francia ma in tutta Europa. Si cercavano concorrenti per una nuova sfida la Pechino-Parigi!!! In molti pensarono ad uno scherzo, una burla percorrere città, villaggi, deserti e monti per più di 16.000 Km senza alcuna garanzia di successo, e senza strade! Come una traversata oceanica in solitaria, con alcuni "scali" di fortuna e su una barca a vela. Nessun aiuto, mappe "approssimative", mille e più imprevisti nel cuore dell'Asia dove un minimo errore poteva costare caro. Questa gara nacque da una scommessa, che molti raccolsero, ma che poi alla partenza del 10 giugno dalla capitale Cinese erano in pochi solo cinque vetture. Tra queste c'era l'Itala del Principe Scipione Borghese, con lui era presente il suo meccanico Ettore Guizzardi e il reporter del Corriere della Sera e del Daily Telegraph (di Londra) Luigi Barzini. Le altre quattro vetture erano due De Dion Buton una guidata da Georges Cormier, e l'altra condotta da Victor Colignon. Una Spyker guidata da Charles Godard e Jean du Taillis, e in ultimo il triciclo Contal guidato da Auguste Pons.


Qui in foto un depliant di una delle vetture presenti in gara. Una De Dion Buton con pneumatici Dunlop. 

La partenza era fissata per il 10 giungo 1907 dalla capitale cinese, sotto gli occhi stupiti e scioccati dei cinesi presenti. Tra loro rieccheggiava la parola magia. Nella capitale cinese arrivarono ogni sorta di autorità europea per complimentarsi con i partecipanti e augurargli buon viaggio, ma anche loro erano scettici sul rientro a Parigi di quei trabicoli. Alle 8 del mattino le vetture partirono a tutto gas verso l'ignoto, con un frastuono sconosciuto e misterioso mai sentito prima dai cinesi se non dagli scoppi dei fuochi d'artificio o da spari. Lungo l'impervio tragitto il reporter italiano Luigi Barzini riuscì a tenere un diario giornaliero, con tutti gli avvenimenti capitati all'equipaggio durante la traversata. Questo gli fu utile una volto giunto nel cuore della Francia per scrivere un libro su questa inaspettata avventura. (Vi consiglio una lettura di questo straordinario libro intitolato "La metà del mondo vista da un'automobile, da Pechino a Parigi in 60 giorni" di Luigi Barzini edito dal Touring club italiano). La corsa avvenne tra mille peripezie e imprevisti di ogni sorta. Dopo due mesi l'equipaggio italiano a bordo della Itala, riuscì ad arrivare nella capitale francese stanco, sporco, esausto, sfinito, ma con un immensa gioia! Ora l'automobile non aveva più limiti era davvero un mezzo unico che poteva attraversare qualsiasi tragitto. La scommessa fu vinta lasciando i francesi di sasso, gli atri equipaggi arrivarono solo venti giorni dopo. Alla fine arrivarono solo quattro delle cinque vetture partenti. La classifica finale vide prima la Itala 35/45 hp del Principe Scipione Borghese (Ettore Giudizzari, il meccanico e Luigi Barzini il reporter). Seconda la Spyker di Charles Godard e Jean du Taillis, terza la De Dion Buton di Georges Cormier, quarta la De Dion Buton condotta da Victor Colignon. Si ritirò il triciclo Contal guidato da Auguste Pons perso nel deserto e salvato da una tribù mongola. Questa avventura la si può considerare come il primo raid automobilistico, infatti moltissimi anni dopo si affermarono molti altri rally raid come la famosissima Parigi- Dakar, la Londra- Sideny o la moderna Dakar sudamericana. Un ultima curiosità, la Itala vincitrice della Pechino - Parigi del 1907 è esposta presso il museo dell'auto di Torino.

(Fonti wikipedia storia dell'automobile 1878-1900, e il libro "La metà del mondo vista da un automobile" di Luigi Barzini).

Ecco l'auto vincitrice dell'incredibile corsa, L'Itala del Principe Scipione Borghese. Giunta a Parigi dopo 60 giorni. 

Fabio Richiedei.

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